Sui carichi "naturali"

Credo che sia un argomento considerato secondario dai più.
Io non lo sottovaluterei nè per i giovani e giovanissimi e neppure per la categoria senior. Niente a che vedere con muscolazioni da superman (come deve essere il giocatore moderno di rugby) ma un ottimo, per me insostituibile, aiuto nella formazione individuale (per i giovani anche collettiva) anche e soprattutto tecnica.
Vedo troppi ragazzoni macinarsi tonnellate di ferro in palestra e poi utlizzarne un decimo, si e no, sul campo. Vedo espressioni propriocettive e anche di tecnica individuale/collettiva (soprattutto in mischia) abbastanza raffazzonate.
Chi ha esperienza con lavori di irrobustimento a carico naturale, il più possibile vicini al gioco? Vuoi vedere che in U.12, U.14 ma anche in Prima Squadra c'è ancora tanto da imparare? E' chiaro per tutti che significa che noi preparatori dobbiamo essere molto di più al servizio del giocatore e distinguere i momenti collettivi da quelli individuali? E' possibile, nel classico Club italico del terzo millennio, pensare a forme di avviamento al lavoro di qualità?
Io credo che potrebbe diventare una sorta di rivoluzione culturale, sempre che se ne sia d'accordo; si troveranno una marea di ostacoli ma credo che il miglioramento dei nostri ragazzi vada anteposto a tutto.
Buon rugby

D'accordissimo con questa visione,aggiungerei che questi lavori sono importanti anche con la prime squadre,per il concetto di utilizzo della forza(come detto da Andrea),che spesso non si ha o si ha parzialmente..Aggiungerei a riguardo anche l'utilizzo della tecnica di corsa,che spesso,come per la forza,non si ha,quindi aggiungo sempre(anche nelle prime squadre),esercizi a riguardo(tecniche di corsa,sensibilizzazione del piede,etc,etc),proprio per questo motivo,molti corrono ma non sanno correre..

...e se sapessero correre l'economia e l'efficacia del gesto migliorerebbero come credo tutti siano d'accordo..