| Concordo, solo in parte con rasta_rokit ma accetto senza problemi la sua opinione. Se poi ci sono anche le esperienze personali non discuto ma continuo a porre il problema che, e concordo, è soprattutto di tipo formativo. Nel mondo, a 19 anni, si esordisce certo anche in serie C italiana ma ci sono soggettini che non superano gli 85 Kg che a 19 anni giocano già nell'Australia e in nazionali "evolute" (il primo che ricordo è O'Connor, che adoro, ma anche molti altri in Premiership). Ora; il problema italiano non verrà risolto da nessuno se si aspetta che Qualcuno ce lo risolva. Gli allenatori e i preparatori devono assumersi delle responsabilità, anche e soprattutto morali, oltre che educative e tecniche; al contrario decide per loro il Club che, invece, si interessa di altro (esempio: far quadrare i conti). Accettare questa logica significa limitare le eventuali ulteriori possibilità evolutive di un giovane; anche e soprattutto se sa giocare bene e non possiede eccellenti qualità fisico/atletiche. Il rugby moderno è velocità, poi è potenza (adesso arriverà sicuramente qualcuno a dirmi che invece è Forza x Velocità..................) , e non in ordine di importanza è anche comprensione del gioco ed adattamento in tempo reale alle variazioni di situazione (del rugby di base ci si occupa dall'U10 fino all'U.18). La preparazione va già avviata in U.14, dove il rugby diventa gioco sportivo, e continuata in 16; certamente valgono la gradualità e progressività dei carichi applicati però è importante che il lavoro abbia un progetto da cui muovere. Ricordo anche che portare il 15enne sulla panca e farlo lavorare con 30 Kg non ha molto senso se poi deve alzare (magari fa già il pilone) la sua seconda da 90Kg (cosa è questo? carico naturale?) Ecco perchè amo il lavoro di muscolazione molto dinamico, privilegiando la velocità ed il controllo propriocettivo fin dall'inizio ma in U.16, meglio il secondo anno e in U.18 in palestra ci si deve andare eccome. Anche semplici girate, panche e tutto quanto comporta il lavoro con i pesi, se assistito e correttamente modulato rispetto alle esigenze fisiologiche del giocatore non ammazza certo nessuno, nè, tantomeno, limita alcunchè. Cosa diversa è cominciare a lavorare con carichi submassimali o massimali, per andare a cercare la prestazione. Questo no, anche se è questo che il sedicenne vorrebbe (ma gli adulti siamo noi)cerchiamo prima le posture, cerchiamo di lavorare su posizioni relativamente isolate ma soprattutto specifiche al gioco. Il medianino dotato tecnicamente con mani favolose, buona visione e capacità di comunicazione (oltre che di placcaggio) a 15/16 anni gioca già contro bestie (si fa per dire) da oltre 100 Kg. Proviamo a calcolare gli impatti dinamici ma ricordiamoci che se la proposta di tipo muscolare è fatta dinamicamente e senza sovraccarico funzionale eccessivo, è tutto oro che cola. Ho avuto almeno 4 mediani (uno è anche mio figlio) che grazie ad un minimo di muscolazione (nè da fissazione nè da esasperazione, nè tantomeno da bodyduilder) si sono sentiti molto più sicuri (emotivamente) e in grado di giocare al meglio delle loro possibilità. Adesso uno è passato dalla mia 18 in B, l'altro sta facendo un periodo in Galles, ecc Diciamo la verità: l'U.20 serviva soprattutto per far evolvere ancora i ragazzi senza buttarli (e senza perderne) subito allo sbaraglio. Il mio 2 (tallonatore) U.18 gioca in nazionale e non ha problemi con la C o la B (anzi, ne hanno gli altri) ma questa non è una regola e se io fossi suo padre lo farei giocare in U.20, Gr1 (suo padre è intelligente e infatti hanno già deciso così). Buon rugby
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