coachandrea12 |
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| Faccio il preparatore ma sono anche allenatore (U.18 elite zonale). Col mio collega, prima si discute la programmazione e i metodi (che peraltro possono variare a seconda delle "risposte" dei giocatori), poi sono io che definisco sia la tempistica, che i ritmi che i recuperi. Inutile dire che i ritmi devono essere o quelli di gara o superiori ma i recuperi, per me, sono l'aspetto più delicato (e talvolta variano anche per ruolo, non sempre). Sulle spiegazioni: noi abbiamo ridotto drasticamente i tempi morti: breefing di 5 minuti iniziale, poi tutti i lavori hanno una fase istruente, lenta e continua fino a che si capisce, poi si lavora a ritmo gara. La correzione generalmente non la inseriamo perchè preferiamo (siamo d'accordo insieme) che siano i giocatori a trovare i correttivi. Anche così aumenta l'attenzione e si abituano a tenere alto il ritmo. Diciamo che la correzione avviene solo quando rispondono in modo inefficace, nonostante le variazioni e le induzioni nostre. Abbiamo cronometrato che per 1:30 di allenamento, tra tempi morti, pause e spiegazioni si lavora per oltre 1:20'. Attualmente stiamo lavorando sulla costruzione della squadra (solidarietà, comprensione degli errori dei compagni, collaborazione, sostegno e aiuti reciproci) e per 1:45 di lavoro durissimo, il tempo reale supera abbondantemente 1:35' a ritmi veramente border line. Non conosco i valori di soglia dei miei giovani e non sono mai riuscito a fare dei prelievi di lattato però posso dire, per esperienza, che certi risultati li vedi solo dopo mesi di training. Stiamo cercando di trasformare dei giocatori in atleti e nel nostro mondo è ancora molto difficile
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